venerdì 19 aprile 2013

La città proibita


Mi costringo a buttare la testa sotto l’acqua gelida… buongiorno mondo!
Mi riscaldo il cervello con un caffè fumante da Mc Donald’s e ci dirigiamo verso la città proibita. Purtroppo il tempo non è stupendo, il cielo è grigio e a tratti pioviggina, ma poteva andare peggio. Piazza Tian’anmen non perde di maestosità, anzi, il grigiore sembra quasi appartenerle e darle vigore.


Altra nota dolente: gran parte degli edifici principali della città proibita sono in ristrutturazione, ricoperti da una fitta rete verde. Quantomeno siamo entrati con la riduzione studenti. La mia tessera FIDAL colpisce ancora.

Sala dopo sala, porta dopo porta, arriviamo al labirinto degli appartamenti di imperatore, eunuchi e concubine e da lì raggiungiamo l’uscita attraverso il giardino imperiale. 

Cerchiamo un posto per il pranzo e finalmente riusciamo a fare uno share come si deve, dopo una settimana di monotono cibo tibetano. Da lì cerchiamo un taxi per andare al tempio del cielo, ma i tassisti non si fermano. E quelli che non si fermano non ci portano. E a questo punto potrebbero anche andarsene a fan..
Senza alternative, siamo costretti a rinunciare all’impresa. Muoversi in metro richiederebbe troppo tempo.

Torniamo in ostello e sbrighiamo le ultime cose via internet: cerchiamo delle indicazioni per arrivare a Mutianyu, una delle sezioni meglio restaurate della Grande Muraglia… un parto. Altrettanto lo è stato capire se ci fosse un autobus notturno che porta in aeroporto. Desistiamo: prenderemo il treno delle 22.50.
Usciamo di nuovo diretti a Wangfujing, questa volta in tempo per trovarvi ancora un po’ di vita. La pacchia non dura molto, qualche boccone e chiude tutto, senza nemmeno il tempo di far provare agli altri uno scorpioncino.

Raggiungiamo la Anna a Sanlitun e durante la serata i ricordi si sprecano. Nanchino ci ha segnati tutti, basta essere almeno in due per poterne parlare per ore e ore senza mai stancarsi. Ma per non stancare voi, tralascio l’argomento.
In ogni caso sapere che la maggior parte di noi è di nuovo in Cina o comunque sparsa per il mondo è confortante. Vuol dire che i nostri sforzi non sono stati vani. Che quello che abbiamo fatto ci piaceva veramente.
Un paio di birre e a nanna: domani sveglia presto.

La doccia calda è un miraggio sempre più lontano.



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