Meglio non mettere per iscritto tutto quello che mi è passato per la testa.
Sotto consiglio della Marta, spostiamo il nostro appuntamento per colazione all'apple store.. Una serie di commessi gentilissimi mi segue e in un primo momento sembrerebbe essere semplicemente il caricabatterie ad essere annegato. Investo quindi questi 145¥ per comprare uno nuovo..
Ma quando arrivati da starbucks provo a caricare il telefono, nessun segno di vita.. Un cambiamento però c'è stato: un bello strato di condensa davanti alla lente della fotocamera. Di bene in meglio!
Torniamo all'apple store per farci aprire il telefono in modo da poterlo asciugare.. E nonostante non fosse autorizzato a farlo, lo fa e mi da la mazzata: il power dock è andato.. E li non possono farci niente se il telefono non è in garanzia.
Fortunatamente, per queste cose la Cina è avanti: ci spostiamo a Xujiahui, dove al quarto piano delle'electronic mall, in 30 minuti e 380¥ il pezzo è sostituito e il telefono è di nuovo ricaricabile.
E non abbiamo certo aspettato mezz'ora con le mani in mano: dopo estenuanti controlli e contrattazioni, ci portiamo a casa due mini hard disk usb3.0 da 2TB a 350¥ l'uno. Non male, non male. Ma la diffidenza non è mai troppa: nonostante la prova sul mio computer sia andata a buon fine, mi faccio fare una ricevuta in caso l'acquisto dovesse rivelarsi una fregatura.
Terminata la tappa tecnologica, ci spostiamo alla stazione sud per prendere il treno per Hangzhou. Novità degli ultimi due anni: per fare un biglietto del treno serve il passaporto.. E mentre i cinesi con la loro carta di identità possono utilizzare le biglietterie automatiche, noi poveri sfigati d'oltreoceano (in realtà non è così, ma suona bene) no. Risultato: infinite cose al l'unico sportello bilingue, visto che nonostante parli il cinese, agli sportelli normali non mi vogliono, fanno finta di non sentirmi. Manca solo che si mettano le mani sulle orecchie e comici o a fare LALALALALALALALA. Maledetti.
Hongqiao train station |
Per fortuna le stazioni cinesi sono grandi quanto gli aeroporti italiani (molto di più, in qualche caso), quindi le due ore di attesa passano veloci. Questa Hangzhou si fa proprio desiderare..
Alle 20.00 finalmente arriviamo in città e ci dirigiamo verso i taxi. Con qualche difficoltà e l'aiuto del navigatore dell'iPhone (-.-) riusciamo a imbottigliar i nel traffico che ci accompagna fino all'ostello (mai più mi farò convincere a viaggiare per la Cina durante una festa nazionale).
Ora arriva il bello: in uno strettissimo dialetto di cui capisco giusto "LAOBAN HUAN LE" (il capo è cambiato), gli albergatori ci informano che la nostra prenotazione non ha nessun valore, che a loro non è mai arrivata. NA ZENME BAN? (e quindi?)... In tutta la città non c'è un solo letto disponibile, salvo il pagamento in Livorno d'oro scintillanti. La fortuna ci assiste: due ragazze che avevano assistito alla conversazione e in un inglese stentatissimo ci avevano aiutato a realizzare che quello che avevo capito era fuckin true, si offrono di ospitarmi nella loro doppia per la notte. Gli albergatori discutono, lui non è molto contento, fa un paio di telefonate agli altri ostello per sentire se c'è un altro modo per non rischiare una bella multa.. Ma MEI YOU BANFA (non c'è modo).. Quindi impietosito cede all'offerta delle ragazze, e così facciamo anche noi. Non hanno due chiavi, quindi rimaniamo d'accordo che io è Andrea avremmo chiesto alla reception di aprirci una volta tornati. "Ci dispiace, noi faremo un po' tardi" hanno detto le ragazze prima di uscire. "Stiamo uscendo anche noi, non preoccupatevi".
Cena veloce con zuppa musulmana (la LAOBAN non capisce una mazza del mio cinese, ma il menù è identico a quello della travel agency di Nanchino, quindi mi sento comunque a casa) e passeggiata lungo il lago, amabilmente deserto e silenzioso.
Hangzhou, West Lake |
Tra un ballo e un sorso di grappa, ci ritroviamo all'ostello alle 3.30. È tutto buio. La porta è chiusa. Alla reception non c'è nessuno. Nemmeno sul divano all'ingresso. Fuori piove. MERDA! Bussiamo, ribussiamo, niente da fare.. Ci rassegnano a passare la notte sulle sedie sotto la veranda (PER FORTUNA CHE C'ERA LA VERANDA!). Inizialmente non fa neanche freddo, ma dopo un po' cominciò a soffrire. Trovo delle tovaglie ammucchiate su una sedia poco più in la e le improvvisiamo a coperte. Ma alle 4.45 il freddo comincia a farsi più intenso. Il telefono dentro squilla. Una speranza! Ma nessuna luce si accende.. Proviamo a chiamare un numero scritto a penna su un foglietto attaccato alla porta.. Ma da dentro nessuno squillo.
Mentre cammino un po' avanti e indietro per scaldarmi, come fosse una visione divina, si accende una luce e compare una figura dietro la porta a vetri! Qualcuno ci ha sentiti! Infreddoliti ci fiondiamo in stanza. Per fortuna i letti cinesi sono grandi e la stanchezza non manda, quindi ci dividiamo il letto che ci hanno offerto e piombiamo in 4 ore di sonno profondo.
HANGZHOU HUANYING NI! (Benvenuti ad Hangzhou)
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