Ore 5.15, sveglia!!! Stampiamo i biglietti, facciamo colazione e
ci avviamo al check in. Dopo aver consegnato i bagagli, fermano Andrea e cominciano
a parlarti in cinese.. Mi avvicinano e ci dicono che deve andare al desk per un
controllo.. e mi consentono di accompagnarmi come interprete. Gli fanno aprire
la valigia e cosa c'è che non va? L'hard disk e la pila elettrica! ..senza
neanche commentare torniamo da Marchetto e ci prepariamo all'imbarco, questa
volta in perfetto orario.
Air China ci offre la colazione.. Che culo! Amo il cibo cinese,
ma la colazione non la posso proprio vedere! Nemmeno apro la mia porzione di
zuppetta di riso.. Ho la nausea solo a pensarci. Cercò di dormire un po', per
compensare le notti precedenti, ma dopo circa un'ora cominciano a sorvolare le
montagne Tibetane e lo spettacolo mi tiene incollata al finestrino.. La terra è
così vicina, come non l'avevo mai vista prima da un aereo ancora in
quota.
Atterriamo in una pianura (3600m) tra cime che sembrano basse ma
che in realtà vanno dai 4000 ai 5000 metri. Il famoso altopiano tibetano.. Uno
spettacolo. Il cielo è di un azzurro intensissimo e la luce costringe a mettere
subito gli occhiali da sole.
Già nel minuscolo aeroporto si nota la presenza militare.. Ci
controllano documenti e visti prima di lasciarci uscire. Fuori vediamo
finalmente VALERIA ABATE scritto in grande su un figlio di carta.. Il mio primo
cartello in aeroporto! L'uomo che ci accoglie ci mette al collo tre sciarpe
bianche di benvenuto e buon augurio e ci spiega che non sarà lui la nostra
guida, ma il fratello. Non è potuto venire a prenderci lui perché è il suo
compleanno e in Tibet e rito che chi compie gli anni non festeggi ma vada a
pregare nei monasteri.
Nel tragitto verso l'hotel, prima ancora di entrare in città, lo
vedo: il Potala, la fortezza del buddismo tibetano. Imponente, solitario che
sovrasta la città con i suoi colori bianco, rosso e oro luccicante. Un'oasi nel
deserto. Rimango incantata.
Poco dopo raggiungiamo l'hotel e la guida ci saluta
consigliandoci di riposarci e dare tempo ai nostri organismi di
acclimatarsi.
Un hotel 3 stelle dopo nove giorni di accampamento negli ostelli
più disparati non ci sembra vero! Spazi un po' ristretti, visto che nella
nostra doppia viene aggiunto un letto (un materasso buttato per terra), ma
molto accoglienti.
La mancanza di ossigeno si sente, soprattutto nel fare le scale.
Due rampe e abbiamo il fiatone è il cuore che batte a mille.
Un breve riposino e decidiamo di andare a fare un giro in città
per il pranzo. Mangiamo in un posto un po' turistico ma va bene lo stesso.
Rifocillati, andiamo a vedere il Potala. Non saprei dire se risulta più imponente
da vicino o da lontano.. Sono due visioni diverse, non paragonabili.
Nell'entrata nella piazza passiamo attraverso un check point con
tanto di metal detector e mi vengono subito in mente le parole della nostra
guida temporanea: "se non volete problemi, non fotografate i
militari". Facile a dirsi, più difficile a farsi.. Sono ovunque! La città
ne è letteralmente tappezzata, plotoni e posti di blocco si alternano senza
fine. Altra cosa: impossibile portare accendini in determinate zone. La paura
che qualcuno possa protestare contro il governo cinese da dosi fuoco è
altissima. Addirittura, impressionante, all'interno dei plotoni alcuni soldati
portano un fucile, altri un manganello.. E altri ancora un ESTINTORE. Davanti a
una cosa del genere si rimane letteralmente senza parole.
Mentre giriamo per le strade di Lhasa cominciò ad accusare i
primi sintomi del mal di montagna: nausea e mal di testa aumentano
gradualmente. Resisto un po' e poi decido di tornare in albergo. La nausea
aumenta e finisco col vomitare.. Prendo un moment e mi butto a letto,
letteralmente distrutta. Non esco neanche per cena, non appena mi alzo mi
tornano nausea e vertigini. Quantomeno l'ibuprofene sembra tenere a vada il mal
di testa. Dicono che sia un buon segno.
Mi addormento confusa e dolorante.
Altra nota: la guida ha sconsigliato di fare la doccia il primo
giorno, in quanto l'acqua calda avrebbe aumentato i sintomi dell'AMS (acute
mountain sickness). Sono quindi tre giorni che sogniamo una doccia calda.
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