giovedì 11 aprile 2013

i panda: i buffoni delle foreste (di bambù)


Poche ore di sonno e ci scegliamo per andare in agenzia a ritirare i documenti per il Tibet. Fortunatamente Andrea sta molto meglio. 
Nuovo indirizzo, nuovo taxi. Il nome sul mio foglietto non corrisponde a quello della strada in cui ci lascia il tassista, ma tutti insistono nel dire ZAI ZHER (è qui)! Sarà..
Chiediamo e richiediamo e finalmente la commessa di un negozio riesce ad aiutarci: controlla su internet e mi indica la strada. Finalmente siamo sulla strada giusta, ma anche trovare il civico giusto non è un'impresa semplice. Finalmente arriviamo in un complesso di edifici simili a quello della Marta non vero labirinto. Non appena mettiamo piede nel building, la donna alla reception mi dice "nono piano"! WTF? La guardo un po' perplessa e mi chiede "Windhorse agency, giusto?!" "DUI.. (Giusto)". WTF?! Saliamo l'ascensore un po' inquietati. Arriviamo al piano e subito un uomo ci indica una direzione.. Ma che diavolo?!?! In realtà una volta entrati nell'agenzia, la spiegazione si palesa: ci apre la porta un occidentale.. Dove altro potevano voler andare tre laowai, se non li?!?!
Sorpresa sorpresa: Murphy (il nostro contatto con l'agenzia) è una donna. Una cinese che fortunatamente parla perfettamente inglese. Harley invece è un personaggio: un americano che da anni gira letteralmente il mondo per associazioni di volontariato. Ci intrattiene mentre Murphy completa gli ultimi documenti. Parla a raffica, ci mostra orgoglioso la foto della figlioletta e mi introduce al mondo del couch surfing. Già lo adoro. 


Prima di andare via ci regalano tre piccoli panda di peluches. Stupendiiiii!
La gentilezza di Harley ci accompagna fino a pranzo, ci porta in uno dei suoi baracchino preferiti dove prima di andare ci ordina spaghetti e ravioli in brodo. Ottimi! Vado a pagare e il LAOBAN intavola subito una conversazione di benvenuto, invitando i a provare il cibo del Sichuan e deridendomi quando gli dico che ne potei morire (il Sichuan, la regione di Chengdu, vanta la cucina più piccante del Paese). Conclude con CHENGDU HUANYING NIMEN (Chengdu vi da il benvenuto). Vado via col sorriso.altro taxi altra corsa, diretti al centro di ricerca dei Panda giganti!

Pochi metri nel parco e avvistiamo i primi due panda: impossibile descriverne a parole l'Indonesia di puro svacco che ostentano senza pudore! Passiamo minuti infiniti a ridere di ogni loro goffa mossa.  Ma il vero divertimento doveva ancora cominciare: ancora qualche metro e raggiungiamo il secondo gruppo: sei panda letteralmente ammassati l'uno sull'altro. Impossibile non pensare allo storico "VICINI VICINI" di Striscia la Notizia. Ne avrebbero fatto una telecronaca fantastica. La parola BUFFO non descrive appieno lo spettacolo: che chi sgranocchia bambù come fosse disteso in divano a guardare la partita, chi cerca di dormire e ho invece gli va a rompere le palle perché ha voglia di giocare. Mi servirebbero ore per descrivere quanto questi animali siamo divertenti e coccolosi! Comunque ci pare di capire che nel branco ci sia una mamma: a un certo punto si accovacciamo tutti intorno a lei/lui è questa letteralmente li abbraccia, come un capo mafioso con i suoi picciotti. Le risate esplodono, impossibile trattenerle. Il culmine però lo si raggiunge quando questa decide di scendere dalla piattaforma su cui stava e gli altri la seguono a ruota, grommo ammassati per non rotolare letteralmente l'uno sull'altro, giù dal gradino. Pazzesco. 


Poco più avanti troviamo il recinto dei cuccioli. Altre lacrime da risate: dormono sugli alberi appoggiati a peso morto sui rami come fossero panni stesi ad asciugare. Fantastici. 


Sono le 6, ora di chiusura.. A malincuore abbandoniamo i nostri nuovi animali preferiti, degni di un reality show. Se esistesse, io lo guarderei! 

Usciamo dal centro di ricerca e ci attende la desolazione più totale. Mmmmh. Dall'altra parte della strada qualcuno aspetta un autobus che sembra andare nella direzione da cui siamo venuti. Ma quando arriva e gli chiedo se va a  Chengdu si agita e mi dice "dall'altra parte, dall'altra parte!".. Ma come?! Troviamo la fermata "dall'altra parte" e chiediamo informazioni a dei ragazzi.. Ma non sanno niente. Eccheccazzo.. Optiamo per un taxi abusivo che punta di nuovo "dall'altra parte".. La mini abusiva è più cauta dei taxi e ci porta senza troppi rischi in quella che secondo la cartina, dovrebbe essere la piazza centrale della città. Ma TROUBLE HE WILL FIND YOU, NO METTER WHERE YOU GO: proprio mentre ci fermiamo, ci affiancano dei poliziotti. Il ragazzi fa seno di mettere via velocemente i soldi e ubbidiamo, pronti a fingere di essere semplicemente suoi amici. Per fortuna non ci seguono e ci fa scendere pochi metri più avanti. 

La piazza è bellissima.. Ma intono sembra tutto vuoto, non c'è la folla che si trova a Shanghai o anche solo a Nanchino. La città è anonima, un agglomerato di edifici senz'anima. Bassa, vista l'immensità del territorio, ma comunque tutta uguale, un palazzo dopo l'altro, grigio come il colore del cielo. Mi sento spaesata. Questo posto non mi piace proprio e la gente è strana. Chiediamo a svariate persone dove possiamo trovare un CHINA MOBILE ma sembra una parola a loro sconosciuta, mi guardano come se gli chiedessi come arrivare alla luna. Ci rinunciamo.. Cerchiamo invece un posto dove mangiare. Optiamo per il Mc Donald's. Le bettole del Sichuan, in cui non sembrano capire in mio cinese, possono rivelarsi piccantemente pericolose. Ma anche questa scelta non è facile come sembra: in questa città non sono proprio capaci di costruire e di assegnare un indirizzò chiaro. L'insegna è sopra di noi, ma non siamo in grado di trovarlo. Giriamo e rigiriamo intorno al palazzo e alla fine proviamo a salire le scale di un centro commerciale.. Solo al primo piano troviamo le indicazione per il Mc Donald's. Finalmente un po' di familiarità. Anche se nemmeno qui mi capiscono. E si che non ho fatto altro che indicare una figura su un menù! Comincio a irritarmi.. Non vedo l'ora di lasciare questo posto. 

Nel frattempo decidiamo di non andare all'altro ostello ma di passare la notte in aeroporto, visto che avendo l'aereo alle 7.30 ci saremmo dovuti svegliare alle 4.30. 
Andiamo a recuperare i bagagli e ci fermiamo all'internet point di fronte per fare un po' di passaggio foto. Nella "hall" dell'ostello (ricordo che i propri dispositivi sono l'unico modo per usare il VPN) ci mettiamo a chiacchierare con due ragazzi e passiamo così un po' di tempo. 
Mentre stiamo per andare via, bagagli in spalla, un ragazzo a metà tra il ramarro e il rocker cinese anni '80 mi chiede dove andiamo a quell'ora. Gli dico che andiamo a dormire in aeroporto e rimane un po' sorpreso.. Poi a bassa voce mi dice che se vogliamo in camera loro c'è posto.. Lo ringrazio ma declino, spiegando gli che comunque ci saremmo dovuti svegliare molto presto, non volevo disturbare ecc ecc. Ovviamente gli altri bypassano la gentilezza del ragazzo e mi prendono per il culo per la proposta losca.. Aaaaah, sti waiguoren!

In aeroporto, ci appropriamo di un gruppo di sedie e ci accampiamo per la notte. Il problema non è stato il comfort dei sedili, molto più morbidi del letto dell'ostello, ma il freddo: i maledetti hanno aperto le porte alle 3.30 (ora in cui l'aeroporto ha letteralmente preso vita)!


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