Anche il risveglio è in tipico Mazzo style. Che gioia.
Colazione su una panchina del campus con Nescafe e muffins e prendiamo un taxi per le Purple Mountains. Scendiamo alle tombe Ming, dove chiedo se esiste un biglietto di ingresso per studenti e riesco a farmene dare tre a 35¥ l'uno invece che 90, nonostante nessuno di noi sia più uno studente! Oooh yeah!
Mi trascino per il cammino dello spirito fino alla tomba del primo imperatore Ming. "Massive", come direbbe Ashley. Il dolore al ginocchio e il cerchio alla testa mi costringono però una pausa e così ci facciamo tutti mezz'oretta di sonno su una panchina.
Ci ri-incamminiamo in direzione del mausoleo di Sun Yat-Sen. Un monumento enorme, imponente, che esprime tutto il significato di quest'uomo che ha rovesciato un impero millenario e ha fondato la prima Repubblica Cinese. La salita non è facile, soprattutto nelle mie condizioni! Ma il panorama dall'alto ne vale decisamente la pena. Peccato solo l'impossibilità di un cielo realmente limpido.
Una volta discesi, gli altri vanno a fare un giro allo Xuanwu lake, io me ne torno in ostello per riposare. Decido di scendere a Zhujiang Lu e prendere un taxi da li, ma non appena metto piede fuori dalla metropolitana, anzi, mentre ancora sono sulle scale mobili, mi rendo conto di dove sono. Avevo dimenticato che quella fermata fosse proprio sotto casa di Micha. Decido di fare un altro giro nei ricordi e vado a piedi. Il sorriso che di nuovo mi ritrovo in volto fa scomparire il dolore.
In ostello mi butto a letto un'oretta, giusto in tempo per accogliere gli altri e andarci a fare una doccia prima di andare a cena.
Li portò a mangiare la Beijing Kaoya, a furor di popolo eletta migliore anche di quelle che si trovano nella maggior parte dei ristoranti di Pechino. Devo ammettere però che sono rimasta leggermente delusa.. Il ristorante sembra aver perso un po' della sua raffinatezza (era uno dei pochi posti veramente belli in cui ci concedevano di cenare, una volta ogni tanto). Forse è solo un'impressione, siamo arrivati tardi e credo stesse già per chiudere, o forse perché, mi ha detto Steffen, poco dopo il nostro rientro in Italia aveva preso fuoco ed è stato rimesso in sesto un po' alla buona. Mah. Comunque rimane sempre un'ottima anatra.
Andrea vuole ritornare al Mazzo. Anche lui è stato contagiato dalla febbre del 1912. Stavolta però decidiamo di non prendere la baijiu, per evitare altri risvegli poco piacevoli. Le buone intenzioni però durano poco: facciamo appena in tempo a mettere piede al Soho che un cinese ubriaco marcio ci invita al suo tavolo e comincia a offrirmi da bere. Un classico. Ammaliati dalla nostra occidentalità, lui e un suo amico non fanno che riempirci i bicchieri e offrirci cibo e sigarette. Ma il meglio di loro lo esprimono in pista.. Siamo decisamente finti nel locale dei rincoglioniti del 1912! Pazzesco, uno più brutto dell'altro, uno più scemo dell'altro. Dopo un po' riusciamo a svignarcela e il nostro nuovo pengyou non fa neanche troppe storie. Next stop: Mazzo!
Dopo poco Marhetto ci abbandona: i club non fanno per lui. Io è Andrea restiamo in pista e finalmente vedo il primo ragazzo cinese veramente bello! Bravo, bravo! Balliamo e ci fotografiamo con un cinese dopo l'altro e verso l'una e mezza decidiamo di tornare a casa per essere operativi il giorno dopo.
Di nuovo buonanotte, Nanchino.
Nessun commento:
Posta un commento