Ogni mattina, quando
sorge il sole, mi sveglio e comincio a inviare curriculum. Dove? Ovunque. A
chi? A chiunque. Per cosa? Per ogni cosa. È snervante. Non solo il non ricevere
risposta, ma anche e soprattutto il non sapere di preciso si voglia fare.
La cosa peggiore è il silenzio. Il non ricevere alcun tipo di
risposta. E volete sapere qual è la cosa più comica? Le uniche risposte che mi
arrivano, sono dall’Italia. Il Paese tanto criticato ultimamente da quelli in
cerca di lavoro… è vero, potranno scarseggiare le opportunità… ma posso
assicurarvi che per lo meno gli italiani si prendono il disturbo di degnarci di
una risposta! Di un semplice NO che almeno ti fa mettere il cuore in pace e
dire “ok, non c’è posto per me, ma almeno qualcuno ha VERAMENTE letto la mia
richiesta”. Venire ignorati è la cosa peggiore, insopportabile! Fa venire il
nervoso e soprattutto passare la voglia di continuare a cercare…
Non sto assolutamente dicendo che mi do per vinta, figuriamoci,
ho appena iniziato, sapevo benissimo che non sarebbe stato facile! Soprattutto
considerando che non ho le idee chiare su cosa io stia cercando.
Attualmente le mie priorità sono due: capire cosa voglio fare
nella vita, e trovare un qualsiasi lavoretto part-time nel frattempo, da
affiancare al mio “lavoro” (teniamolo tra virgolette, vista la miseria con cui
vengo pagata) da allenatrice, che al momento è la mia unica vera fonte di
soddisfazione professionale.
Talking about that… come mi hanno scritto le mie atlete nella
bellissima lettera che ho portato con me in Cina, quest’anno è stato un anno
pieno di soddisfazioni.
Non parlo solo di risultati. Quelli sono stati la ciliegina
sulla torta. Parlo più della domanda che mi ha fatto Gianfry qualche hanno fa,
quando ho iniziato ad allenare:
“Qual è il tuo scopo?”
Il mio scopo era quello di creare un gruppo come il nostro, come
quello che mi ha fatto continuare a venire in campo dopo essermi rotta
disastrosamente un ginocchio, e poi anche l’altro. Un gruppo su cui poter
contare anche se non ci si vede più tutti i giorni. Persone che posso chiamare “amici”,
nonostante orma ognuno abbia la propria vita e abbia un po allentato la presa
con gli allenamenti. C’è chi ha mollato, chi ha rallentato, chi si fa vedere
solo una volta a settimana… ma il Gruppo Asta Padova sopravvive, forse, anzi,
più unito di prima.
Era questo il mio scopo… creare un bel gruppo, seppur ancora piccolo, e fare in modo che questo gruppo si innamorasse dell’atletica, così come è successo a me 15 anni fa! Aggiungo, il secondo obiettivo era il mio rapporto con loro. E anche in questo credo, spero, di esserci riuscita. Credo di aver conquistato, guadagnato, la loro fiducia, anche se a volte sono stata “cattiva” o “antipatica”. Del resto è anche questo il compito di un coach! Non si può mica sempre essere carini e coccolosi, se si vuole raggiungere degli obiettivi! Ma credo che ormai l’abbiano imparato e spero che quando anche si arrabbiano con me, poi non mi portino rancore!!!
Spesso muoio al pensare che prima o poi partirò e non potrò più
proseguire il percorso con loro… ma mi sono ripromessa di esserci sempre, il
più possibile, qualunque cosa accada!
Ringrazio whatsapp per il modo in cui accorci le distanze. Questo
piccolo, minuscolo programmino, fa quasi dimenticare di essere dalla parte
opposta del mondo… a volte mi sembra semplicemente di non essere in campo, per
qualche ragione! È solo il fuso orario che me lo ricorda… come per esempio
quando mi sveglio la mattina con CINQUANTADUE messaggi nella nuova chat di gruppo!
Ma nonostante i miei borbottii (cit.), la cosa mi fa sempre svegliare col
sorriso.
Mi da la carica per iniziare un’altra nuova giornata di
incertezze e opportunità.
Non poteva scendere una lacrimuccia. Ci manchi tantissimo! Abbiamo una voglia pazzesca di vederti e di spettegolare su chiunque! Divertiti piú che puoi, noi ti aspettiamo. Ciao coach ♥
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