domenica 2 giugno 2013

Let's blog

Tutti quelli che vanno in Cina sembrava provare il bisogno di scrivere un blog. È una cosa che ci accomuna, un bisogno di raccontare, di mostrare e far scoprire un mondo così nuovo e diverso. Più leggo le parole dei miei compagni di studi, più mi ci ritrovo, mi sento parte dei loro racconti e vedo le loro parole prendere forma davanti a me, mentre mi ritrovo ad annuire davanti allo schermo. Guardiamo la Cina con gli stessi occhi, critici, ma che non giudicano. Capiscono, percepiscono, spesso non condividono, ma cercano di non hanno pregiudizi. Cercando di trovare un perché a quello che vedono. Purtroppo spesso questo perché non c’è. Non c’è una spiegazione alla povertà infinita che si vede per le strade della Cina. O meglio, il perché c’è, ma la soluzione no. Non ancora, per lo meno. Gli anni passati a studiare e ristudiare la storia e lo strepitoso, velocissimo sviluppo economico di questo Paese ci permettono di vedere quello che succede con i loro stessi occhi. È facile criticare, ma non è altrettanto facile trovare una soluzione concreta. L’unica cosa di cui la Cina ha bisogno (ok, non l’unica…) è il tempo. Hanno saltato troppi step per poter avere una società di un certo tipo. Ora devono recuperare il tempo perduto e mi auguro per loro che questo accada il più presto possibile.

Nel frattempo, come gli altri, io continuo a scrivere il mio, di blog.
Anche se il mio tempo qui è sempre più corto e i pochi giorni che mi rimangono nel Paese di Mezzo passano sempre più velocemente.
Gli eventi si susseguono, si sommano, le cose che mi trattengono qui sembrano essere sempre di più e quelle che mi riportano a Padova sempre di meno.

Tic tac

Tic tac

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